21 feb 2012

Intervista con Jo Kino del progetto Kinovan

21/02/2012
Oggi sono con Giovanni D'Aloia in arte Jo Kino, già pluripremiato performer artist e vj in varie manifestazioni italiane ed estere. Jo kino da alcuni anni insegue un sogno che sta materializzandosi come progetto che ha chiamato Kinovan.
Jo Kino cosa è il kinovan esattamente ? 
Kinovan Srl è una società di produzione audiovisiva specializzata nei new media e nei linguaggi della crossmedialità.Fornisce soluzioni su misura, rivolgendosi ad agenzie di comunicazione, organizzatori di eventi, produzioni audiovisive e teatrali, scuole e centri di ricerca, istituzioni pubbliche e imprese che vogliono utilizzare gli strumenti della crossmedialità e dei social media, con il  supporto creativo di una vasta community di professionisti.

Il Kinovan è uno studio mobile di nuova concezione rispetto al classico ob-van della produzione televisiva: è un minibus ecologico allestito per poter funzionare come regia mobile per eventi crossmediali, sala di montaggio e postproduzione per produzioni audiovisive o come laboratorio itinerante per la formazione. Precisamente quali servizi potrà fornire il Kinovan? Possiamo suddividerli prevalentemente in quattro aree ben distinte :
  • Eventi Culturali
  • Cerimonie
  • Videomarketing
  • Videoclip & Videodesign
Per maggiore approfondimento vedere le slide in basso


Quanto è difficile essere una start up e quali collaborazioni hai realizzato per affermare questo progetto?
E' quasi inutile ribadire quanto in Italia sia difficile realizzare una start up, c'è poca attenzione e fiducia da parte dei potenziali investitori, (banche, fondi private equity, venture capital, ecc) che preferiscono in genere investire su progetti a maggiore garanzia di rendimento e di facile scalabilità dello stesso.
Ad ogni modo il mio progetto è stato incubato dentro Kublai, piattaforma collaborativa per seguire centinaia di idee e progetti creativi provenienti da tutta Italia, tramite la quale ci siamo conosciuti tra l'altro. Inoltre ho presentato il progetto in varie occasioni, ultimamente al neonato Hub di Bari ed in precedenza alla manifestazione itinerante Working Capital assieme ad altre start up come il kinovan.
Ultimamente invece sono affiancato in qualità di temporary manager dall'economista Giovanni Vita, esperto di start up e di reti imprenditoriali a impatto sociale, autore tra l'altro del libro "Progetto in Puglia". Non ci resta allora che incrociare le dita e farti i nostri migliori auguri per il tuo progetto Kinovan, Giovanni e tieni duro non mollare anche se la strada è realmente in salita.                                                                                                                    Walter Giacovelli

7 feb 2012

Volunia ovvero ansie da prestazione all'italiana

Ieri c'è stato il tanto atteso (nella comunità blogger e accademica almeno) debutto  di Volunia, ovvero il nuovo motore di ricerca realizzato in Italia grazie al ricercatore e professore di matematica ordinario a Padova Massimo Marchiori. Per coloro che non conoscessero questo geniale ricercatore, basti ricordare che già nel 1997 fu autore di ricerche sull'algoritmo Hypersearch che ispirò certamente il concetto di pagerank alla base dell'algoritmo di ricerca di Google. 
Se questa credenziale non bastasse, ricordiamo che lo stesso è stato ricercatore al Medialab del MIT di Boston con Tim Burner Lee colui che il web lo ha praticamente inventato; pertanto è una figura di primissimo piano nel panorama del web internazionale per questa ragione Forbes e altre testate giornalistiche forse più che quelle italiane hanno dato molto clamore al lancio mondiale.
Detto questo entriamo invece nel merito di come la comunità degli opinion leaders di internet ha reagito a questa presentazione, ed entriamo qui nelle note dolenti perchè a quanto pare c'è stata o un'esaltazione patriottistica di questa piattaforma o una bocciatura altrettanto drastica, per un servizio che non è ancora in beta, è ancora in fase di sperimentazione e indicizzazione in un settore molto complesso come quello della ricerca dove colossi come Microsoft o Yahoo sono in netta difficoltà rispetto a Google.
Purtroppo ci sono limiti innegabili in questa vicenda, dalla presentazione che qualcuno ha definito poco spettacolare non si pretendevano certo i fuochi di artificio, ma che fosse svecchiata dal baronato universitario questo si, al proiettore che non funzionava (è successo anche a me ma è successo anche a Steve Jobs alla presentazione dell'iPad), realizzata in italiano ma senza sottotitoli almeno in inglese, che denotano come il progetto non abbia ancora una sua maturità commerciale e quindi spettacolarizzata dal marketing.
Ma coloro che stroncano il progetto dalla sola presentazione commettono un delitto incredibile, sarebbe come stroncare ad esempio una macchina di formula 1 solo dall'estetica e non dalle prove su strada, soprattutto per tutto ciò che proviene dall'Italia che ha saputo già creare eccellenze nel campo dell'elettronica dal microprocessore co-inventato da Federico Faggin al motore di ricerca Bing inventato da un ricercatore italiano, Lorenzo Thione ma quello che è mancato in tutti questi contesti è stata una presenza forte di investitori e capitale italiano in grado di trattenere queste ricerche e queste invenzioni nel nostro Paese piuttosto che farle migrare.
Da queste prime ore nell'esperienza di Volunia escono ridimensionate e con un invito a un'autocritica tutte le componenti degli opinion leaders dell'industria informatica italiana, dalle Università (come quelle di Padova) ancora anni luce da Stanford, i bloggers criticoni che si appigliano a un proiettore non acceso o ad una presentazione di scarso appeal, agli investors italiani (magari quelli vicini alla Telecom e Working Capital) che non hanno supportato un'iniziativa di questa portata ed ora giocano al ribasso, per cui per leggere commenti autorevoli su Volunia o cercateli in inglese come sempre più obiettivi oppure attendete che la storia declami un successo o un fallimento.
Per il momento onore comunque a Marchiori che senza astio verso Google è rimasto in Italia con tutto ciò che ne è comportato, ed anzi ha saputo innovare senza competere a testa bassa col gigante Google, ma con pensiero laterale estendendo la ricerca in chiave social.