21 giu 2010

Un capitolo di sventura....

21/06/2010






In questo post Alberto, evidenzia alcune contraddizioni e limiti dei Venture Capital, in occasione della premiazione di Critical City, al Techgarage 2009, il breve video racconta esprime molto bene la faciloneria in cui si "giochi" a fare l'asta di beneficienza, salvo poi ritirarsi perchè non c'è sufficiente garanzia di ritorno da questa concessione magnanima.







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Al post di cui sopra, ne è seguito un altro firmato dal team di Critical City stesso, che è la cronostoria di quello che è successo prima e dopo della vittoria del Techgarage 2009.




Quello che segue invece è il mio commento e quello che penso in merito a questa vicenda assimilabile a diverse altre storie...


E’ stata una scelta coraggiosa, ma coerente, il che comporta rendere il cammino tortuoso e impervio. L’altra faccia della medaglia è che in questo modo però potete preparare il terreno per rimanere nella Storia….
Si segnerà presto uno spartiacque tra imprese pure profit che tendono alla massimizzazione del profitto ed imprese che generano valore distribuito come fate voi, che (uso parole dei VC) generano intangible asset, solo che questi asset aggiuntivi sono l’utilità sociale, pratiche collaborative, processi a catena e circolazione di buone pratiche completamente differenti dalle “robe” intangibili a cui solitamente si riferiscono i VC (in genere dati profilati nei loro db, e visibilità mediatica trasformabili in ROI attraverso abili pratiche e derivazioni finanziarie, che raramente però rappresentano un ritorno reale dell’investimento).
Questo spartiacque sarà sempre più deciso e si svilupperà, ne sono sicuro, un modello di circuitazione del valore, tra soggetti e iniziative che tendono a condividere strumenti e asset e ritornare alla collettività i frutti di questa scelta, e sarà più simile alla logica con cui si scambiano i file in p2p e del ritorno del valore dell’open source che non a quello meramente monetario-finanziario dei VC.
E’ la strada più difficile certamente, e vi parlo per esperienza diretta perchè l’ho scelta da tanti anni, ma non ho mai barattato la mia libertà, la mia dignità in nome di obiettivi trimestrali da raggiungere e revenue sharing da dover rendicontare.
Ma la notte dormo sereno, posso guardare tutti negli occhi senza mai abbassare lo sguardo, e la cosa che preme me, come credo anche voi maggiormente è quella di alzare il livello del benessere sociale nei quartieri più degradati, portare un pò di speranza, dove soprattutto l ‘”entertainment” non è un fine ma un mezzo per attivare processi di cambiamento e attivazione sociale; è appunto Riqualificazione Ludica Partecipata.
Io sono un barbaro e anomalo e lo ammetto, ma un anno fa nel mio cuore speravo in questa vostra scelta e un pò temevo i bagliori di certe sirene….ma siete nuovamente riusciti a stupirmi…











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