28 dic 2010

- 82 ...E mi sovviene un'idea per cambiare l'accesso al credito - diario di bordo

28/12/2010





(clicca sul countdown per andare al primo post da cui è scaturito)




 Il post che segue, è parte di una discussione sul gruppo progettuale Fund For Culture in Kublai, sul quale ero già intervenuto postando una mappa concettuale per strutturare un possibile servizio complesso e articolato di crowdfunding, insieme al team di sviluppo, che ha aderito al Peeripato.
In questa discussione mi spingo a integrare in quella mappa, un ipotetico servizio di funding di prossimità legato a conti correnti associati a un progetto.
La discussione parte da questa considerazione qui.
La politica media su dei processi economici, per cui quello che vediamo sono l'effetto di processi economici che ne sono la causa, da riforme sull'istruzione, a riforme sul lavoro, allo smaltimento di rifiuti o altro nascondono interessi economici che cercano più o meno un consenso o la costruzione dello stesso mediante la politica, per cui è solo provocatorio pensare a una costruzione di consenso utilizzando denaro dal popolo vs denaro di chi detiene il "vapore" o gli interessi economici.

Se rimaniamo in tema di Funding, diciamo che il vero potere del funding e di quello che Alberto dice citando Shirky è la capacità di creare gruppi su internet..bene questa capacità si può e si deve tradurre in servizi mediati con alcune banche, capacità di spostare conti correnti verso quelle banche (crediti cooperativi, banche popolari, banche etiche, piattaforme di prestiti in peering, ecc) che permettano a fronte di capacità che ogni progettista ha di spostare conti correnti di amici e parenti su piattaforme che accettino di riservare e monetizzare questo servizio di advisoring a favore del progetto. Questo si tradurrebbe in un servizio di finanza e di credito di prossimità, in cui se credo nel progetto del mio amico mi  basta spostare il mio conto corrente verso l'istituto che si impegna a riconoscere una quota di "advisoring" al suo progetto anzichè al suo promotore finanziario.

In questo modo inizi a scardinare i meccanismi delle banche che finanziano solo il consumo e non chi vuole investire in progetti (spesso non associato a lavoro dipendente, del resto è ovvio che se vuoi realizzare un progetto non vuoi essere dipendente, quindi è un meccanismo perverso da cambiare). Le banche che accettano questo meccanismo avranno nuovi conti correnti e saranno un punto di riferimento nei confronti di processi aggregativi, etici e di progettualità legati a quei conti correnti.

I progettisti leva iniziale di questo meccanismo, con delle revenue al proprio progetto, legate alla capacità di spostare conti correnti su tali banche potranno iniziare a creare progettualità nuova, libera indipendente.
Queste nuove opportunità economiche e progettuali, si tradurranno in nuovi servizi, nuove logiche di affrontare i problemi sociali con servizi innovativi e la politica in genere deve prendere sempre atto delle innovazioni sociali in atto, anche quella corrotta!

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