31 dic 2010

- 80 Credito cooperativo di San Marzano..e quell'amaro in bocca.

31/12/2010





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Un paio di giorni fa, per continuare il mio tour nei confronti di istituti di credito, per poter finanziare i miei progetti, mi sono recato presso gli sportelli della banca di Credito Cooperativo di San Marzano (Ta), filiale di Taranto. Da poco aperta e strettamente collegata alla camera di commercio di Taranto, per lo meno il contatto con aspetti della vita reale ancora dovrebbe esserci.

Espongo subito le mie richieste, 35 mila euro per avviare, una piattaforma web, almeno nel primo step, che possa già essere autosostenibile economicamente, al centro di un vero e proprio sistema di Start up, associazioni, centri di ricerca, integrazione di servizi per Puglia e Basilicata e non solo.
Le referenze si possono leggere sul documento progettuale che porto in dote, corredato di alcune mappe concettuali, che in realtà mi rendono più uno shamano di servizi web 2.0 e di nuova concezione, che non un soggetto a cui dare soldi.

Come mi riuscì alcuni anni fa, accompagnando un mio amico di origine siciliana, che a Bologna voleva aprire una ditta di edilizia, entrammo in una filiale di una banca (credo Unicredit), io vestito da improbabile impresario di basso profilo e lui praticamente con gli abiti di lavoro, cioè sporchi con chiazze di calce, cemento e silicone.
Bene non fu difficile convincerli a prestarci, praticamente senza molte garanzie se non l'apparenza di lavorare in un settore redditizio e certo come quello dell'edilizia nella "opulenta" Emilia.
Gli bastò accentuare il suo accento siciliano, che probabilmente nella mente del promotore bancario rappresentava certezze di subforniture di appalto, una persona come me che scimmiottava la figura dell'avvocato-contabile-ragioniere-impresario-fac totum che si potrebbe trovare in qualche romanzo di fine '800 nell'Italia che fu, ma che forse c'è ancora...e 10 mila euro per materiali e comprare un camioncino usato arrivarono.




Paradosso 1. 
Non essendo un lavoratore dipendente, ma ovviamente una ditta individuale/freelance, chiaramente non dispongo di busta paga o garante del rapporto di lavoro, per cui potrei avere contratti a 1-2 anni, al massimo di collaborazione.
Bene potrei avere un prestito in questo caso solo se: estinguessi il prestito nella durata del periodo del contratto. Esempio contratto di 20-30 mila euro biennale, dovrei estinguere il debito in 2 anni, in pratica consegnare loro il lavoro di due anni, e sopravvivere alla meglio, per un prestito di quella entità!

Paradosso 2.
Nel caso trovassi un garante, come ad esempio potrebbe essere mio fratello, che crede nei miei progetti, da sempre, che lo facesse con un bene immobile (visto che è in un certo senso un freelance anche lui), del valore diciamo di 120 mila euro, bene questo immobile essendo di un valore molto superiore rispetto all'entità del credito, esporrebbe la banca al rischio, che qualora il beneficiario del credito (cioè io) non pagasse, la banca non potrebbe sottrarre un immobile di un valore così superiore, per cui con un 'ipoteca così alta,  risulterebbe paradossalmente poco garantita! 

Mi piacerebbe poter arrivare a proporre alla banca in questione, l'idea di sviluppare un servizio per il 50% degli italiani sotto i 40 anni che si trova nelle mie condizioni e sviluppare servizi di valore per il territorio, ne ho accennato già qui, ma devo prima pensare allo step 1, ovvero riuscire ad avere i 35 mila euro, senza dover impegnare un rene.

Mi congedo dandomi appuntamento, col gentile giovane direttore di filiale, per l'anno nuovo, ci scambiamo gli auguri e mi ricorda che è importante stabilire buone relazioni, già proprio vero, LoAd Strategie Collaborative ha proprio questo come missione, ma evidentemente non ha visto i grafi delle relazioni di LoAd e non le deve aver mai confrontate con quelle delle realtà a cui in passato hanno dato credito.

Me ne vado un pò speranzoso e un pò con l'amaro in bocca, proprio come il liquore San Marzano, dell'omonima banca.


















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