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Tre giorni fa insieme a Giovanni D'Aloia aka Jo Kino, di Kinovan, abbiamo fatto partire questa iniziativa, abbiamo inserito un conto alla rovescia associato ai nostri progetti, segnava 97 giorni, dopo di che in questi 3 mesi se non fossimo riusciti a trovare finanziamento ai nostri progetti, li avremmo chiusi.
Ho postato sul mio blog, che in genere non viene mai commentato da nessuno, come molte cose che scrivo, progetti compresi, non so mai se sono apprezzati, capite, lasciano stupore o altro.
Ma non ho mai cercato applausi e consensi per cui mi importa solo sapere che ci sia ascolto e comprensione.
Evidentemente ciò è avvenuto, al di là dei numerosi commenti ed attestati di stima e di aiuto che sono arrivati, sia nel blog che in privato, segno tangibile che questa narrativa (cliccate sul conto alla rovescia), in effetti tocca le corde di un sentire comune, nell'era della precarizzazione dove mai come ora si fa sentire forse più del medioevo la divisione sociale in classi. Chi lancia degli ultimatum di questo tipo, sfidando a uscire allo scoperto, amici, nemici, franchi tiratori, detrattori, alleati, simpatizzanti e lacchè, diventa nell'immaginario collettivo un moderno Don Chisciotte, ma qui non ci sono idealisti che hanno la testa fra le nuvole, il meccanismo si è inceppato, i processi di accumulazione a livello mondiale sono fermi, per cui gli idealisti sono coloro che pensano che il Sistema così come è possa reggere a lungo, ormai sta implodendo è chiaro.
Noi vogliamo solo provare ad andare in una direzione, processi che ottimizzano risorse, aprono nuove frontiere, vogliamo sperimentare, se sbaglieremo ne pagheremo le conseguenze ma sarà un danno indolore nella Società, ma se invece avremmo contribuito a ottimizzare le risorse, a facilitare processi collaborativi, forse e sottolineo forse, saremmo stati molto concreti e pragmatici, dialettici con i processi socio-economici in atto. Altri insieme a noi, dopo di noi, saranno più bravi a correggere il tiro, a completare questo processo complesso e delicato che rappresenta una sfida non solo in termini personali e piccolo borghesi, ma in termini di accesso alle risorse, loro condivisione e sui modelli organizzativi.
Ci metto la faccia e porto in prima persona questa che considero una battaglia, che non è personalistica e piccolo-borghese, pro domo mea, se avessi voluto attivare una società, l'avrei fatto parecchio tempo fa, con escamotage, scambi di favore, e chissà in quali altri modi, in cui avrei messo a frutto la creatività per scopi e fini personalistici. Ma a chi avrebbe giovato? a me stesso e basta! Questo non mi importa, per cui ciò che mi sta veramente a cuore è individuare una strada, un percorso per cui persone che hanno idee, visioni, progetti, modi di organizzarsi condividendo risorse e idee, con la logica open source, possano avere la possibilità di realizzare questi processi, a maggior ragione se sono precari, disoccupati, di una classe sociale subalterna.
E' una sfida a cambiare le logiche del sistema capitalistico nella sua fase globalizzata e decadente, iniziare ad apprendere le forme di un nuovo modello organizzativo e collaborativo, così come i processi storici ce li stanno fornendo, con termini quali "social", "sharing", "peering", "wiki", "open source".
3 commenti:
Il trauma c'è...ed è sapere che gente come te che stenta a far apprezzare idee pure.
Non mollare. E sei molli...e solo per iniziare un nuovo nobile percorso.
Francesco.
ho dato l'adesione al bando europeo SAC che scadeva il 10 dicembre
mi sono riservato di inserite un progetto che consenta la rinascita socio-economica del nostro territorio che parta dalla valorizzazione della citta vecchia di taranto....
sentiamoci, vediamo se possiamo inserire qualcosa
@ Vanni, bene hai fatto, io ora sto ragionando sul futuro e generalizzato, sulle politiche di accesso alle risorse comuni nazionali ed europee in tutta Italia e in Europa, non solo su ciò che è avvenuto nel passato. Un processo che deve riguardare l'intelligenza collettiva sociale e non solo poche persone "informate dei fatti".
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