20 gen 2011

-59 Anche il microcredito fa spallucce......


20/01/2011

Alcuni giorni fa ho provato a contattare telefonicamente la società Per Micro, che si occupa di microcredito sociale, che opera come micro venture capitalist nei confronti di chi abbia progetti in particolare a carattere sociale.
Mi ha risposto una operatrice sicura, precisa e rapida.

La chiamata è stata grosso modo, un seguirsi di presentazioni, "Buonasera siamo Permicro in cosa possisamo esserLe utile"?, "Buonasera sono Walter Giacovelli" chiamo perchè sarei interessato a una delle vostre forme di credito a progetti a carattere sociale.
"Lei da dove chiama?", "Da Taranto in Puglia"...silenzio 3 secondi...mmmh nmmmhh "Mi spiace ma il servizio non è ancora coperto nel Suo territorio"....

Allora io colgo la palla al balzo dicendo, bene potrebbe essere un'ottima occasione per introdurlo in Puglia, conosco amici e persone che collaborano anche col nostro progetto esperte di fundraising e di credito sociale, potrebbero essere degli advisor per la Vostra espansione...

"mmmmmmhhhmmhh si in effetti, ci invii un'email Le faremo sapere....."

L'email l'ho mandata 5 giorni fa, ma ancora non ho avuto risposta, credo che non siano interessati quindi ad espandere il servizio in Puglia :-(

Per fortuna che poi 3 giorni dopo ho avuto un'idea di fundraising, adesso la svilupperò, sono sempre più convinto che le soluzioni me le devo creare da me in questo stato di cose...





11 gen 2011

Sull'emergenza rifiuti, la risposta è ..Rifiutiamo questo Sistema..

11/01/2011





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Taranto rappresenta come il sistema capitalistico in Europa (e conseguentemente a livello internazionale) sia arrivato ormai al collasso, ha creato debito con prodotti finanziari (Boc e swap che le banche hanno concesso al Comune, ben consapevoli che avrebbero indebitato ulteriormente le casse comunali), questo è stato funzionale per costringere a svendere altre porzioni di territorio e aggredire le risorse naturali, non rispetta nemmeno le stesse regole che si è dato, si concede libertà di inquinare, degenera il lavoro a mobilità e disoccupazione, ma a queste emergenze continue (occupazione, ambiente, salute) si contrappone una società che sta Emergendo!

- Si sta formando un'intelligenza collettiva in grado di scambiarsi informazioni, accedere a a dati, in grado di elaborare analisi, si percepisce senza futuro e pensa di  avere come unica possibilità quello di costruirselo, sia con la lotta, impedendo o rallentando il processo di aggressione, verso il lavoro, le risorse pubbliche e  naturali del territorio che viene mercificato e diviene funzionale al processo di accumulazione capitalistica sempre più in affanno; sia autorganizzandosi a livello sociale ed economico, elaborando proposte per ridisegnare una società diversa, consapevoli che in un Villaggio Globale interconnesso, le soluzioni locali devono essere messe in rete e collegate con altre realtà affini in Italia e all'estero.

Taranto rappresenta uno dei punti di massima espressione dell'aggressività del sistema capitalistico avanzato in Occidente, che ha vissuto per anni una rendita di posizione legata a risorse materiali e finanziarie estorte ai 3/4 del pianeta.
La concentrazione di interessi nazionali e internazionali su Taranto è spaventosa:
Interessi geostrategici militari, produzione e passaggio di imponenti gasdotti, raffinerie di petrolio, produzione di acciaio, di energia, grandi impianti fotovoltaici disseminati nel territorio e senza alcun vincolo ambientale, piastra logistica intermodale delle merci provenienti dal Sud Est asiatico per l'Europa, cave ancora attive ed operanti che diventano discariche finito il loro ciclo, per accogliere le merci che arriveranno nelle piastre logistiche che si trasformeranno in rifiuti anch'essi finito il loro ciclo.

I processi di delocalizzazione, resi possibili dall'invenzione del microprocessore negli anni '70 hanno allungato il ciclo di vita di questo sistema, ma non ne hanno eliminato le sue contraddizioni, sia in termini di accumulazione dei profitti, sia in termini di attacco alle condizioni del lavoro che è diventato sempre più precario quì e nei luoghi dove è stato delocalizzato. Il lavoratore è praticamente tenuto in schiavitù, riproponendo scenari di schiavismo che sono la peggiore condanna verso l'ipocrisia di chi legittima questo stato di cose.

Ma come avviene spesso in natura ad una forza si genera una forza uguale e contraria, per cui l'estrema delocalizzazione e parcellizzazione delle unità produttive e la mobilità della forza lavoro, sta facendo emergere nuove unità produttive autorganizzate, collegate in rete tra di loro, in grado di operare a livello territoriale ma con una consapevolezza globale e in rete, come è già avvenuto per il sistema operativo Linux e Wikipedia, sistemi nei quali l'intelligenza collettiva ha fatto emergere un modello organizzativo ed economico efficiente e funzionante, su scala internazionale.

Il prossimo passo sarà trasferire questa capacità organizzativa ed economica sul piano della produzione di servizi e beni per il territorio, in tante unità decentrate e interconnesse tra loro, in grado di produrre beni di prima necessità, beni di utilizzo e servizi secondo nuove logiche, secondo nuovi modelli di efficienza e resa sociale, inizialmente probabilmente con una visione localistica ma che interconnettendosi in rete con altre unità organizzative e produttive seguirà il modello già evidenziatosi con Linux e Wikipedia.

Allora noi a Taranto abbiamo un compito storico ed epocale probabilmente, 
O scegliere di  accettare di divenire  la manifestazione del punto più basso e selvaggio che il Sistema Capitalistico riserva al territorio e ai suoi abitanti, soprattutto lavoratori, precari, disoccupati e studenti, che sta intaccando Taranto ma poi passerà inevitabilmente ad altri territori nazionali ed internazionali che hanno condiviso la stessa sorte di indebitamento ed assenza di prospettive socio economiche.
E ne avremo tutti la responsabilità politica, sociale e storica!

O prendere atto con determinazione e coscienza dei processi in atto che colpiscono il nostro territorio e determinano la linea di sviluppo del nostro futuro, fermarli o quantomeno cercare di rallentarli e rendere sempre più difficile e costoso in termini economici questi tentativi subdoli e antisociali di imporre scellerate scelte socio-economiche ai danni del territorio e dei suoi abitanti.

Ed in parallelo organizzarsi in unità di produzione territoriale di beni e servizi, strettamente collegati e interconnessi col territorio, per come stanno emergendo a livello internazionale, in grado di operare sull'approvvigionamento dei prodotti di prima necessità direttamente dal territorio, questo per creare una risposta concreta alla Grande Distribuzione che condiziona e impone un certo modello di sviluppo.
Per cui è necessario anche avanzare sulle bonifiche, sulla produzione di forme di energia, ma in piccole unità produttive non impattanti col territorio, l'energia deve essere decentrata e distribuita e questo è già possibile ora e non controllata da pochi e grandi gruppi monopolistici.
I servizi devono poter creare interazioni socializzanti, trasformare molti di quelli che ora consideriamo merci o beni di proprietà in servizi per la collettività.


Partendo quindi dai rifiuti, cioè il ciclo finale di accumulazione delle merci nella società, per rimettere in discussione e ridisegnare non solo il servizio secondo un processo di Rifiuti Zero, ma in generale per contrastare un sistema economico che oramai è in grado di dare solo Futuro Zero.
Iniziare a ridisegnare processi sociali in merito a:
- Ciclo integrato dei rifiuti (Rifiuti zero) , partendo a valle dalla riprogettazione dell'erogazione dei servizi e dei beni, per arrivare nel giro di anni all'obiettivo di rifiuti zero, ovvero un rapporto armonico con le risorse del territorio e loro utilizzo più efficace e naturale.
- Energia, pulita ed in unità decentrate, nelle diverse forme già disponibili e che l'innovazione tecnologica apporterà.
- Agroalimentare, filiera corta e gruppi di acquisto solidale, che favoriscano e facilitino il processo di produzione di materie prime alimentari e loro distribuzione nel territorio mediante gruppi autorganizzati.
- Progettazione e autoproduzione di beni materiali e immateriali (servizi), forniti dal territorio per gli abitanti del territorio, in base alle evoluzioni tecnologiche in atto e sempre più economiche nei prossimi anni. Oltre all'allungamento del ciclo di vita delle merci prodotte mediante tecnologie aperte e condivise.
- Il trasporto in treno è un servizio (certamente migliorabile, da riprogettare per il territorio e col territorio), il trasporto collettivo in bus, tram, metro è migliorabile, da riprogettare anch'essi col territorio e per il territorio.
Ma è l'auto l'anello debole della catena, decenni di propaganda consumistica hanno portato soprattutto in Italia, a considerare l'auto come uno status symbol, un feticcio da adorare come un totem, mentre l'auto non è niente altro che un mezzo che eroga un servizio, di collegamento verso tratte distanti e difficilmente interconnesse da servizi pubblici.
Per cui il processo deve facilitare forme di car sharing e car pooling in cui nel primo caso l'auto diviene un servizio che possa essere ripartito per unità di tempo tra più utenti in maniera asincrona (in differenti momenti temporali) e in parallelo favorire il car pooling ovvero auto private che facciano tratte in comune condivise con più persone.

O invertiamo il processo da Taranto o il destino dell'Europa sarà stato già scritto a Taranto, stiamo proponendo le soluzioni per come emergono a livello internazionale e secondo processi autorganizzativi, se questo non verrà accettato o ascoltato è inevitabile che si sarà scelto uno scontro traumatico tra un Sistema economico che vuole avvantaggiare pochi gruppi di interesse e un sistema che mette in condivisione le risorse e fa emergere le migliori soluzioni a beneficio di tutta la comunità.

Non abbiamo che da perdere le nostre catene, per un territorio e una società 
di Produttori liberamente associati.

5 gen 2011

- 76 "Emergenza Rifiuti" che arriva a Taranto.

04/12/2010





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L'ambiente in cui si muove LoAd, è fatto di relazioni collaborative, processi socio-economici che emergono e che  si autorganizzano, generando soluzioni a volte sperimentali, pioneristiche e talvolta anche innovative, come quelle che seguo nell'ambito di Kublai e del Peeripato, che sono in prima linea con me a seguire soprattutto come possano attivarsi processi sociali ed economici, in una realtà martoriata dalla disoccupazione, dal precariato e da studenti che si troveranno a breve a una di queste due scelte con molta probabilità, aggravate dal dissesto economico ed ambientale.
Nelle tematiche ambientali ed in particolare in quest'ultima legata "all'emergenza rifiuti" dalla Campania, che guarda caso riguarderà 3 discariche del territorio di Taranto, nell'operazione Solidarietà verso la Campania lanciata dalla Regione Puglia; Nel sito di Solidarietà verso la Campania, ci sono dati e atti sicuramente non sufficienti, parametri di misurazioni, metodi di rilevamento, che non possono essere sottovalutati, specie in ragione di categorie di rifiuti speciali che necessitano la massima attenzione e meticolosità di controlli.

Diverse istanze di cittadini differenti che sono solo la punta di un iceberg di insoddisfazione nei confronti sia degli amministratori della Pubblica Amministrazione a vari livelli, che di un modello e concezione di sviluppo economico, fatto per agevolare gli interessi di poche lobby imprenditoriali e finanziarie, a scapito delle risorse comuni, che in realtà sono ad uso e consumo delle stesse.
Lo stesso ha determinato e sta facendo del territorio, la cloaca d'Europa, per cui è necessario non solo arginare e fermare questi modelli che incidono negativamente sulla comunità, ma la stessa deve iniziare a riprogettare nuovi modelli e forme di sviluppo, che vadano in un' altra direzione,  fatta di capacità di autoprodurre sia beni materiali e che immateriali (servizi), i quali spontaneamente  si associano, creando reti di valore, paritarie, non gerarchiche e mutualistiche; attente nei confronti dell'ambiente e delle risorse comuni o che dovrebbero essere considerate tali.



Questo è il Comunicato Stampa della Conferenza dei Servizi avvenuta oggi.

Cittadini di Taranto e Provincia in mobilitazione
4 gennaio 2011

La mobilitazione di lunedi 3 gennaio 2011 davanti ai cancelli della discarica Italcave di Statte ha rappresentato un importante momento di partecipazione attiva da parte di numerosi cittadini.

Il blocco per cinque ore consecutive dei Tir provenienti dalla Campania è stato un atto concreto per dire NO alla gestione dei rifiuti mediante discariche, per denunciare controlli approssimativi sulla qualità dei rifiuti che giungono nelle discariche esistenti sul nostro territorio, per contrastare il loro ampliamento e per l’effettuazione di idonei carotaggi all’interno delle discariche.

Il presidio, oltre ad aver consegnato una prima importante vittoria ai manifestanti, è stato anche l’occasione per avanzare una immediata richiesta: il trasferimento del ‘tavolo tecnico’ sull’operazione ‘solidarietà Campania’ dalla sede di Bari alla sede di Taranto con discussione della stessa in presenza di una delegazione di cittadini. La richiesta è stata avanzata in Regione per intermediazione di un parlamentare presente al presidio che, dopo accordi verbali intercorsi con assessori, alla presenza di cittadini e giornalisti, ha confermato l’accoglimento della richiesta.

Oggi, 4 gennaio 2011, questa richiesta è stata disattesa. Nostro malgrado siamo costretti a confermare la nostra diffidenza nei confronti delle Istituzioni poiché la presenza di una delegazione di cittadini in sede di discussione non è stata ammessa.

Di fronte ad una pretestuosa giustificazione che chiama in causa le ‘ragioni di Stato’ non possiamo che mostrare sconcerto poiché, mentre democraticamente i cittadini sono stati disponibili al dialogo e largamente propositivi, come dimostrato nel corso della conferenza pubblica che ha preceduto il ‘tavolo tecnico’, in maniera non altrettanto democratica sono stati invece esclusi da un tavolo di confronto ufficiale. Pertanto, rigettiamo l’invito di una nostra partecipazione solo a conclusione della discussione svoltasi a ‘porte chiuse’ ritenendolo non pertinente, irrispettoso e strumentale al fine di avallare posizioni già concordate in nostra assenza.

Ancora una volta i rappresentanti istituzionali hanno perso un’occasione: acquisire credibilità e fiducia di fronte alla cittadinanza. Avremmo voluto sbagliarci ma grazie alla nostra determinazione è emerso un grave dato di fatto: non esiste alcuna volontà di includere ufficialmente i cittadini nei processi decisionali che riguardano la sicurezza pubblica.

Ne prendiamo atto ed aggiungiamo che non ci fermeremo.

Consapevoli che si tratta di una lunga battaglia, invitiamo, ogni cittadino a contribuire alla tutela dei nostri diritti, della nostra salute e del nostro territorio partecipando alla prossima Assemblea che si terrà in via Arco Paisiello G18, domenica 9 gennaio alle ore 17.00, in città vecchia a Taranto.


Cittadini di Taranto e Provincia in mobilitazione