13/12/2010
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O si avviano i progetti o si chiude baracca e si lascia l'Italia
Quello che vedete quassù è un conto alla rovescia, al termine del quale se non sarò riuscito ad avviare i tre progetti che hanno assorbito gran parte delle mie energie mentali e fisiche negli ultimi 4-5 anni, li chiuderò, prendendo atto che in Italia al di la delle parole e della retorica su meriti, innovazioni e start up, tutto questo in realtà è solo uno specchietto per le allodole.
1997 primo progetto chiuso
Sono stanco di essere preso come un fenomeno da baraccone, ho presentato già nel 1997 presso
Spegea società di consulenza di Tecnopolis il primo centro di ricerca, realizzato in Italia, un business plan di oltre 60 pagine e un progetto Co.S.Mu.S (Consorzio Servizi multimediali allo spettacolo) che venne considerato avveniristico e di grandi prospettive, aveva in se già i prodromi di servizi come Myspace e logiche da Last Minute che vennero introdotti l'anno successivo. Occorrevano 250 milioni di vecchie lire, ma le agevolazioni all'epoca finanziavano solo Agricoltura, Turismo e Artigianato. Il team si sfaldò e ognuno seguì la sua strada.
2000-2001 la presa in giro di Sviluppo Italia, IG Students
Con rammarico lasciai perdere, entrai con entusiasmo nel progetto IG students, una costola di Sviluppo Italia per insegnare l'autoimprenditorialità, vennero impiegati 2000 tutors, io ero uno di quelli per apprendere dall'esperienza, come realizzare un 'impresa creativa, sia per se stessi sia per i beneficiari studenti del penultimo anno.
La società presieduta da Carlo Borgomeo, ora dirigente della Fondazione Sud, da Spa si scorporò in 20 srl terrtoriali, anticamera per dichiarare fallimento, e io come altre centinaia di tutors non venimmo pagati, io per 2 anni per un totale di 12 milioni di vecchie lire...che dire un ottimo esempio di come si gestisce un'impresa, dichiarando fallimento e non pagando i propri collaboratori, o no Borgomeo?
2003 operazione, lavoro autonomo ed ennesima presa in giro.
Venni ricoverato per una peritonite perforata una notte tra il 31 marzo e il 1 aprile, alle 23.30, diagnosi postuma morbo di crohn, probabilmente scatenata da dispiaceri, oppure vaccini, oppure otturazioni al mercurio, ne avevo 5 che ora ho perso e che non curo perchè mi tengo i soldi per investirli nei miei progetti.
Al secondo giorno di ospedale reagii in maniera brillante, ebbi un'idea di un sistema di modulazione di requirements consulenziali, da più società e anche da eventuali freelance, la sviluppai insieme al mio amico e socio di sempre, dai tempi di Cosmus, ora in IBM.
Presentammo il progetto a un professore e consulente di una municipalizzata bolognese, il prof. rimase sbalordito dal progetto, entusiasta ci disse che ne sarebbe nata una spin off, ma non abbiamo saputo mai più nulla e francamente ho preferito impegnare il mio tempo e le mie energie in altre idee e progetti che indagare su come avesse utilizzato il progetto.
2005 Categorizzazione di una business directory.
Rabbia e un pò di follia mi spingono a lavorare di notte con un gprs di connessione a creare categorie ontologiche per community e aziende, 1500 con diverse aziende catalogate e descritte manualmente, che ancora a distanza di anni rappresentano un valore per la stessa che è apprezzata e attrae nuove iscrizioni.
Oblok si chiama, avremmo dovuto potenziarla, ma difficoltà croniche in Italia nel accedere a finanziamenti a progetti del genere, inesperienza e timori da parte dei partner progettuali una piccola web agency di 3 persone, che in Italia arrancano e sono in equilibrio instabile sempre sulla soglia di sopravvivenza, ci hanno costretto alla stasi progettuale per troppo tempo.
2007 Trasferimento a Taranto.
Dopo anni in cui sono stato fuori Taranto, ritorno anche per problemi di salute e familiari, concentrando le mie attività di ditta individuale con clienti e progetti non locali, l'amara beffa è stato tornare e dopo 1 mese la mia città viene dichiarata in dissesto economico. Certamente non un clima facile, per una città che è agli ultimi posti in tutte le classifiche di ricchezza e di vivibilità.
2008-2010 Collaborazione con Kublai
Inizia casualmente la collaborazione con Kublai, che mi ha permesso di crescere umanamente e professionalmente, avere un quadro sistemico dei cambiamenti in atto, una speranza di processi che si possono evolvere e territori che possono rinascere.
Il mio Karma nel 2009 poi mi rimette sul mio percorso nuovamente l'ex Sviluppo Italia, col nome ora di Invitalia, un team di valide persone divengono i riferimenti per un modello di lavoro a distanza che mi da la speranza di sentirmi utile per altri che come me avessero avuto le mie stesse esigenze, sperando che potessero avere migliore sorte.
Sono anni bellissimi di tante esperienze che provo a condensare, dopo tante cadute e correzioni, errori e tiri spostati e aggiustati, nel
Peeripato, un 'ecosistema e una visione di quelle che potrebbero essere alcune delle nuove dinamiche collaborative in atto tra diversi attori sociali, freelance, imprese creative, centri di ricerca, ecc. Ho impiegato tempo, migliaia di ore di lavoro, notti quasi insonni, tonnellate di documenti progettuali, bozze, mappe, chilometri macinati, ho messo sempre tutti i progetti prima dei miei bisogni, ho affrontato privazioni enormi, senza considerare che solo quest'anno ho dovuto affrontare 3 colonscopie e una cura con immunosoppressori che è particolarmente pesante per me. Ma sono andato sempre avanti, sempre e quasi solo, senza chiedere niente a nessuno, nemmeno ciò che mi spettava, perchè per me se mi fido di qualcuno basta la parola e il resto lo farà la sua coscienza.
La gioia del Festival dell'Innovazione
E' stato emozionante essere andato al Festival dell'innovazione, a portare una nuova visione, ad essere finalmente ascoltato come non mi era successo negli anni precedenti.
Ma sono stanco e non mendicherò mai nulla, vedo soldi pubblici sperperati in maniera ignobile, il disprezzo del lavoro e della salute nella mia città e nel mio territorio, diventato cloaca dell'Italia, di veleni, di ogni tipo che ci stanno ammazzando. Sento parlare di riconversione, di nuovo, di innovazione, ma poi sul piatto della bilancia vedo da una parte fondi dati a imprese old style, che non hanno alcun rispetto della dignità dell'uomo e dell'ambiente, mentre io in trincea non ricevo nemmeno rifornimenti, cibo, munizioni, nulla lasciato a marcire nel fango...ma non mi importa più.
L'amaro in bocca
Sono ormai vaccinato all'ipocrisia dilagante e ho imparato a riconoscere il valore delle persone da quanto sono disposte a vendersi, per cui a chi l'1 Dicembre al museo di Taranto mi ha chiesto, cosa sta facendo Kublai per le start up, rispondo che ci sta mettendo cuore e passione e relazioni, sicuramente non creiamo debito, non finanziamo multinazionali in franchising, non finanziamo società che dopo 5 anni lasciano come la Miroglio 1000 lavoratori per terra e delocalizzano gli impianti nell'Est Europa.
Piuttosto si chieda lei cosa state facendo per le start up di Kublai visto, che non dovrebbero esistere start up di serie A e di serie B o Zeta da emarginare, o peggio da boicottare.
Il mio è un grido di battaglia, un urlo doloroso di guerra, non ho bisogno di fondi di start up fatti per "soggetti svantaggiati" che strana contraddizione, come se possa essere realistico che chi è svantaggiato possa avviare una start up! al massimo si attivino fondi per "soggetti svantaggiati" e lasciamo semanticamente in pace il termine start up, per i visionari, chi ha idee, chi sa osare, provare a fare qualcosa di nuovo e inusuale.
La sfida alle banche.
Per avviare i tre progetti che seguo, che gioverebbero a un'ecosistema di almeno 20 altre realtà progettuali, non ho bisogno di grosse cifre, non ho bisogno nemmeno di agevolazioni, bandi o altro, sono stufo e stanco di questa burocrazia creata ad hoc per i soliti noti o che mi vede ormai come fuori quota, che beffa! ero troppo precoce 13 anni fa e ora sono troppo anziano!
Andrò a chiedere prestiti a 5-6 banche tra quelle che fanno gli spot su prestiti a imprese, andrò li con tutto quello che posso offrire, non aver mai lasciato indietro una bolletta dell'utenze, non avere un debito, avere idee, progetti, e una rete di "
intangible asset" che supera lungamente il milione di euro, ma che probabilmente nessuno commercialista di banca vorrebbe o riuscirebbe a quantificare, salvo poi realizzare prodotti finanziari con derivati e swap a dir poco alchemici.
Ho una ditta individuale LoAd, ho fatto consulenze in campi che stiamo ancora studiando, per diversi progetti, ho sempre ottenuto il massimo da quel poco, pochissimo o a volte quasi niente di cui avevo a disposizione, dovrei essere un esempio da imitare in natura e nell'economia, ma temo che mi diranno che non ci sono sufficienti garanzie per erogare 30 mila euro!
Segnalare le banche che non concederanno il prestito sui progetti.
Allora io ne farò un report, di tutte quelle che hanno rifiutato di credere nei progetti, in monitoraggio da parte di coach del Ministero dello Sviluppo Economico, di risultati tangibili, e segnalerò queste banche campioni di coraggio, che dovrebbero risollevare il Paese e aiutare i giovani, dimostrando probabilmente la loro natura, fatta di prestiti e indebitamento concesso a dipendenti, pensionati, soggetti che dovranno consumare e non investire in progettualità.
A questo punto se non troverò e non avrò questa opportunità che dopo tanti anni sto richiedendo, allora a malincuore e con la morte dentro, chiuderò tutti i progetti, soffocherò le mie idee, le mie visioni, mi rassegnerò ad un atteggiamento meno altruista, più individualista e cinico, più predatorio, più legato alla rendita economica, e forse mi rassegnerò ad andare via da dove sono nato, un luogo che probabilmente quelli come me li cerca a parole ma nei fatti li ha emarginati.
Buon Anno a tutti
Walter